il Divisionismo –
Pinacoteca Cassa di Risparmio di Tortona – esposizione permanente
Abbiamo giĂ riferito del divisionismo presentato alla mostra di Rovigo.
Tortona ci consente approfondimenti ulteriori: in Italia diversi artisti si confrontavano con l’uso “diviso” dei colori complementari. Mentre creavano, interpretavano il moderno che avanzava : i puntini e le barrette colorate dei francesi diventano filamenti frastagliati , accostati, sovrapposti, altre volte integrati. Sono il metodo espressivo adottato dai divisionisti per affrontare le tematiche del nuovo secolo, in un’ Italia che è molto cambiata, dopo la macchia toscana e la scapigliatura lombarda. Il rapporto con la realtĂ agreste e con il paesaggio è mutato, le cittĂ si dilatano in nuove periferie, nuove scoperte scientifiche avanzano. La conflittualitĂ sociale dĂ vita a nuove correnti di pensiero e nuovi progettualitĂ politiche, l’Italia sta consolidandosi come nazione, ma ha molte incongruenze.
La nuova tecnica pittorica aiuta a rappresentare, meglio di altre, l’intimità , l’allegria, lo spiritualismo, il simbolismo, la fatica del vivere, l’ideologia politica conseguente, tradotti in sentimenti e passioni,in segni ed immagini. Le istanze degli artisti italiani: diventano pittura di luce,di emozioni.
Possiamo spaziare da Vittore Grubicy de Dragon a Plinio Nomellini, da Previati, a Segantini, da Morbelli a Pellizza da Volpedo.
Il divisionismo si estende dal 1891, data della prima Triennale di Brera, in cui sono state esposte MaternitĂ di Previati, Le due madri di Segantini, al 1921, anno delle ultime manifestazioni divisionismo-futurismo, fino alla Secessione Romana,dai “pionieri” a Chini, Boccioni, Severini, Balla…
A Tortona emergono due cose essenziali: le molte opere di Pelizza che spaziano dal ritratto al paesaggio ai temi sociali che la banca prima e la fondazione poi hanno inteso acquisire e valorizzare. Successivamente lo sguardo della stessa istituzione si è rivolto ad altri artisti legati da un filo di seta fortissimo con Pelizza( temi sociali e tecnica divisa) e fra i suoi seguaci ad alcuni pittori locali che consolidavano la propria affermazione artistica nel primo novecento.
Sono particolarmente grata a questa esposizione, sulla quale ho riflettuto mesi perché mi pare cogliervi non solo un senso di denuncia delle sofferenze popolari fine ottocento e della voglia di riscatto del mondo contadino e del lavoro, ma perché li sento profetici rispetto alla realtà contemporanea. Gli artisti presentano un popolo che soffre e combatte, per conquistarsi diritti fondamentali, oggi potenti, più potenti di Bava Beccaris vorrebbero far regredire la popolazione alle condizioni di allora?
Nelle opere presenti si verifica come gli artisti abbiano raccolto il grido sociale per darne dignità secolare. Fortunatamente nel 2012 ,con cento anni di ritardo , diverse fondazioni hanno cercato di valorizzare opere ed artisti della fine ottocento.. Ma è naturale chiedersi perché tanto silenzio fino ad ora, perché la loro voce è ancora sommessa, mentre hanno lasciato impronte significative? A cosa si deve la precedente trascuratezza? Per interpretare questa realtà andiamo a vedere e rivedere un pezzo della nostra storia culturale recente: ogni sfumatura è un messaggio.
Artisti che abbiamo giĂ conosciuto, per loro opere significative, esposte nella mostra sul Simbolismo, a Padova, poi a Rovigo li troviamo a Tortona: ove appaiono le opere di impegno sociale piĂą significative, e saranno esposte in permanenza.
Incontriamo gli artisti:
Mentessi, Lagrime: un uomo con i polsi incatenati, il viso coperto dal cappello, abbraccia una fanciulla sconsolata, che nasconde in quell’abbraccio il suo volto: volti inconoscibili, metafora di prigionieri senza alcuna certezza del diritto,di ieri e di oggi;
Gambogi Cantiere è Livorno, ma potrebbe essere Taranto, il deserto in primo piano su cui sono abbandonati travi come cannoni dismessi, nuvole di fumo e di detriti a coprire le case sul fondo, più che fervore di lavoro esprimono un senso di degrado. L’opera di Gambogi non presenta una inquadratura classica, con i consueti rimandi al porto, ma una scena nella quale l’attività di cantiere predomina sul resto verso temi di vita contemporanea. L’atteggiamento anticonvenzionale nei confronti della tradizione vedutistica trova paralleli in molti altri pittori suoi coetanei, da Balla a Nomellini, che di una città preferivano scene periferiche e industriali più adatte al sentire dei mutati tempi.
Lavoro notturno alla stazione: Nomellini ci ricorda i nostri migranti, lì a terra sul marciapiedi con ceste e bisacce e fagotti di tela , mentre un ferroviere cerca di non partecipare a tanto disagio. Quanti rimandi ai turnisti del lavoro notturno licenziati ed ai profughi che cercano di raggiungere stazioni di arrivo e di partenza.
La fabbrica di Nomellini: turnisti escono dalla fabbrica sotto una lampadina tremolante: è notte, le vetrate rimandano bagliori: altri entreranno. Ci rimanda alla Diana del lavoro: in un’ alba grigia si affollano lavoratori e persino un ragazzo giovanissimo, smarrito ma determinato..
Sempre di Nomellini Piazza caricamento: la fatica dei manovali contrapposta ai borghesi con il giornale e la tuba sul capo, lo sciopero: a metà tra la protesta e l’annichilimento.poche braccia alzate e molte conserte: partecipato da molte donne…
Con Nomellini, Il divisionismo si trasforma in “dinamismo cromatico” per fermare anche momenti di feste popolari piena di movimento e luci colorate. Il linguaggio divisionista con lui diventa il “magistrale uso del colore”. Con tocco tanto originale porrà mano alle sigle decorative, per le mostre della prossima Secessione romana.
Un seminatore di Fornara ha il gesto ampio del seminatore di Van Gogh ….ma semina sulla neve!! Fatica sprecata? O resistenza!
Processioni come funerali, e visioni dal Pio Albergo Trivulzio: proprio quello diventato famoso in questi mesi! Espressioni della solitudine dei vecchi ieri come oggi. … Elegia dolorosa in Quando eravamo fanciulle: molte vecchie stanno immobili, intorno a lunghe tavolate, vestite da una stessa uniforme, bianca, rosso cardinale e nera… mute ricordano a se stesse un tempo che non è più: Morbelli affronta con una poesia struggente i temi sociali: lavoro e anticipazione dell’incomunicabilità tra prossimi.
Altri poveri, giovanissimi, pieni di dignità : la venditrice di frutta di Fornara: una ragazzina stende il braccio con la bilancia, chiude gli occhi per proteggersi dal riverbero della luce, ma resiste e il bianco dell’abito che non è più bianco e l’immobilità della figura inquieta: imparata la tecnica divisionista , Longoni la pone al servizio della pittura sociale di denuncia con energia poetica,originale, che nasce dalla conoscenza profonda, di un piccolo mondo, che vuol restituirlo alla memoria con tenerezza, e orgogliosa complicità : sto da questa parte, sono con loro.
Pietà per i morti sul lavoro nei campi, molto laica, ma con un forte rimando alle Deposizioni di Cristo. La pietà di Angelo Barabino è immagine tutta terrena di un lavoratore che perde la vita nei campi, sorretto da una donna e da due compagni di lavoro..
Non mancano paesaggi suggestivi Paesaggio d’inverno e Campagna milanese di Longoni, uno sguardo affettuoso e malinconico, la mente va anche a Il pesco fiorito, trionfo della primavera che spolvera di petali rosa il frutteto.
Caramelle e frutta fanno venire l’acquolina in bocca: coloratissime alternate a confetti in vasi di vetro, a frutta candita su piatti e cesti: Natura morta con frutta candita toni vivacissimi, rossi gialli viola. Un paesaggio del cuore che il Ministro della Sanità tasserebbe!
Di Vittore Grubicy de Dragon, Suggestione del lago Maggiore, in acque e cieli dove l’azzurro si smorza per un’ ode alla quiete. Quando gli uccellini vanno a dormire emergono da delicati effetti di luce, ottenuti con una tecnica divisionista minuziosa, e velature che lasciano in sospeso il “mistero di esecuzione” come cercasse con meticolositĂ una perfezione sfuggente.
Intimista anche la Preghiera a trasbordo di Segantini, dedicata al raccoglimento sulla imbarcarcazione, poi la raccoglitrice del fieno, al calar del sole, una contadina è chinata a raccogliere le ultime tracce di erbe rimaste sul terreno: che nulla vada perduto!
Segantini ha sempre costruito la sua visione pittorica sul contatto con la realtà della natura, la tecnica della divisione del colore e della pennellata a tratteggio è per lui,un mezzo per ricreare sulla tela la sua visione di umanità .
Ma è tempo di uno sguardo ai ritratti più autorevoli nei tempi in cui la pittura doveva tener conto dell’emergere dalla fotografia.
Per Camillo Innocenti una elegante figura femminile si materializza nel verde della vestaglia che la fascia e valorizza il viso con struzzo spumeggiante al mattino.
Ritratti fortemente caratterizzati di vecchi potenti o contadini, di giovani fanciulle e persone mature: incredibilmente veristi i ritratti di Pelizza dedicati ai vecchi borghesi o contadini del suo borgo, al Mediatore Giani: imponente, severo, vero capostipite con tanto di tuba. pipa , strichetto e bastone,segue La testa di vecchio, poi Ritratti di ragazze,del cugino Giani, Ritratto della signora Sofia e il mio sindaco autorevole e fragile. Splendido lo sguardo scrutatore di P. Conti. Commuove la donna del migrante:in un momento meditativo, con lo sguardo fisso alla lettera arrivata da lontano e poi nel vuoto, dignità totale. E pensare che Pelizza aveva steso Panni al sole: su un prato giallo, fra alberi blu cobalto e mille coriandoli, il tutto reso con tre colori intensi e rarissimi nelle sue opere, frutto però di spontaneità e una luminosità gioiosa. Nel periodo in cui ha realizzato i più importanti dipinti divisionisti (La processione), dolente incedere delle figure, composto da linee e punti convergenti in una visione simbolica complessiva, nel Morticino i bimbi al seguito del funerale sono scalzi e si muovono come ombre sulla scena. Il retro della precedente!? Aveva sempre mantenuto un profondo senso della misura.
Ancora più dolente L’annegato-i naufraghi… quanti rimandi agli affogati nel Mediterraneo!!
Come un canto d’amore, malinconici,struggenti, i paesaggi: Mattino di maggio, alberi già ricchi di fronde sono piegati dal vento a coprire le nuvole sullo sfondo. Paesaggio presso Volpedo un gregge procede lento su prati autunnali. in un atmosfera romantica. Intrigante l’albero che sembra galleggiare come il prato fosse sdrucciolevole… opera di un P. da Volpedo molto diverso dall’artista di Quarto Stato: vibrante di energia vitale, di lotta che si fa attesa, visibile a Milano, ma a Volpedo si riceve un’ ottima preparazione didattica, ove verifichiamo quanto sia stato complesso per Pelizza, arrivare alla stesura finale dell’opera: celebra lo scorcio della piazza principale, in essa i contadini, caratterizzati un ad uno ci vengono incontro insieme alle donne e sopra tutte la moglie di P. che avanza ardita.
Dopo le cannonate di Bava Beccaris contro la popolazione inerme, P. ha avuto un mutamento di rotta , come molti amici e collaboratori. Decide di volgersi a “soggetti eterni”, idilli, l’amore nella vita, nella direzione del paesaggio puro, per recuperare a se stesso il “pittorico della natura”, con una tecnica divisionista semplificata , capace di rendere le qualitĂ di materia( un bruno finale è sempre opprimente) e di luce (rara e preziosa). la natura dipinta in momenti di maggiore splendore, e in altri melanconici inconsciamente intensifica la gamma di tonalitĂ scure, di ombre. L’ansia della vita presente, diventa panico e morto il figlio e la moglie si arrende. Rimando anche questo a tante tragedie dell’ultimo anno… proprie di chi non ce la fa piĂą! Sul crinale del giĂ e non ancora, del passato e del futuro..
Benvenuti inonda di luce Il mattino d’estate nella pineta, e di velieri il successivo Mattino sul mare, di poche mucche per Il pascolo mattutino in alta montagna.
La luce trionfante ne L’adorazione dei magi di Previati: linee sinuose per figure che offrono i loro doni… in una campagna estiva, ondeggiante di colori filanti gialli-rosati-bluastri, con negretti che reggono lunghi strascichi.
Previati ne La salita al calvario ancora lunghi filamenti flessibili, dritti, curvi, ondulati, colori puri, tante figure in bianco che si accorda con i blu verde giallo, tanto che piani e volumi si annullano, tutta la visione si fa fluttuante. La realtà ,viene “attenuata, o alterata,” per esprimere idealità ed emozioni, tanto da rendere visibile l’unità essere umano – natura, mondo celeste-mondo terrestre.
Boccioni trova a Milano lo spirito della città moderna, si prepara all’arte futurista, dalla Casa in costruzione faticoso solitario ascendere fino a cinque piani dell’armatura del palazzo vista dal basso, per dare idea di una torre, un grattacielo.. Boccioni ci prepara al dopo nell’arte.
Balla: profonditĂ illimitata al quadro. le pennellate, accostate una ad una, volte a celebrare “la prospettiva dell’aria” … sono tratti, filamenti, virgole, con contrasti di colori puri. Questo gioco gli consente di dare ai pesaggi un’espressivitĂ originale: Trionfa poesia e tecnica in Paesaggio autunnale: le fogli cadute sono di vari tratti di rosso carminio e vermiglio, mentre il cielo sul fondo sfuma dal rosa al ciclamino, valorizzando i tratti dei rami spogli , ma non ancora privi di vita.
“Fu Balla divenuto nostro maestro, che ci iniziò alla nuova tecnica moderna del divisionismo, prima del futurismo …”
ribadisce Boccioni.
Anche questa esposizione ci conferma come siano diverse le personalità artistiche che hanno dato vita al Divisionismo. E diversi i mondi che rappresentano nel tempo,  nel voler accreditare “un’Arte ideista”, piena di luminosità , bellezza e potere comunicativo, si soffermano a raccontano le vicende umane, di relazioni dolorose loro prossime, emergono inventiva e originalità dell’esecuzione, e la naturale evoluzione del movimento verso il Novecento avanzato. ..
Merita celebrare l’alto valore rivoluzionario del divisionismo, erroneamente o volontariamente rimosso per decenni dalla cultura italiana. L’ha raccolto anche l’Istituto della scienza di Milano, visto che Rossi e suoi amici avevano acquisito opere oggi in comodato alla Galleria: a dimostrazione che scienza e arte possono incontrarsi e dare alti profitti culturali.
A voi il passaggio di testimone: sono questi tempi dell’oggi tanto dissimili da cento anni fa?
Per la verifica, passate dall’esposizione permanente alla Pinacoteca della Fondazione Cassa di Risparmio Tortona:
e poi a
Volpedo, al  museo didattico e studio Pelizza:  www.pelizza.it