Per la prima volta, quest’anno, nell’esame conclusivo del primo ciclo d’istruzione, sarà inserita una prova nazionale, elaborata dall’INVALSI, che riguarderà italiano e matematica ad integrazione delle prove scritte, preparate dalle singole Commissioni, previste per tali discipline.
Nessun giudizio è possibile in questa fase, solo alcune domande.

Nella direttiva di gennaio si parla di “progressivo allineamento a standard di carattere nazionale”,
mi chiedo: “Tali standard, che sono prescrittivi (altrimenti che senso avrebbe un accertamento attraverso una prova nazionale), sono già stati chiaramente definiti e sono noti da tempo ai docenti?”
Non posso fare a meno di dubitarne. Se così è, allora le prove riveleranno a posteriori il modo in cui gli insegnanti avrebbero dovuto operare nel corso dell’anno.
Un dubbio, non sarà che la prova nazionale è stata introdotta come una specie di spauracchio per pungolare indirettamente gli insegnanti a seguire determinate modalità didattiche?

La prova dovrebbero servire per elaborare, e si spera che venga fatto, un quadro dei livelli di apprendimento raggiunti in italiano e matematica alla fine del primo ciclo. La necessità di una tale conoscenza è ovvia. Mi domando, però, se si ha un quadro già delineato della situazione dei medesimi alunni in ingresso. Altrimenti, se non si è in grado di fare una comparazione tra situazione iniziale e situazione finale, come sarà possibile predisporre “mirate azioni di stimolo e di sostegno” per accrescere o equiparare i livelli di qualità delle scuole?

_______________________________________________________________

NOTA
La direttiva del 25 gennaio 2008 e la circolare del 14 marzo 2008 sono consultabili, rispettivamente, ai seguenti indirizzi:
http://www.pubblica.istruzione.it/normativa/2008/dir16_08.shtml

http://www.pubblica.istruzione.it/normativa/2008/cm32_08.shtml

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Post comment