MaterialiVoci del verbo insegnare

 

Volevo proprio scrivere una sogliola felice a chiusura di questo anno scolastico…..ultimamente il tono dei miei pesci piatti si è fatto un po’ troppo amaro..Non so se è colpa mia, della scuola, del paese..uso un po’ troppi puntini di sospensione, mi affido un po’ troppo al non detto e al lettore.

Ospite di un altro istituto della città porto in fondo la barca dell’esame senza danni apparenti, sopravvivo all’afa tradizionale chiedendomi di nuovo perché non anticipiamo di 10 giorni questo rito, evito la facile scorciatoia delle bestialità che strapperebbero un amaro  ridacchiare ( c’è poco da ridere, sono i nostri ragazzi, quelli che  dovrebbero tirarci fuori dalla crisi e pagarci la pensione) e cerco di trarre riflessioni generali.

Cosa vedo? Vedo ragazzi che nelle scelte future oscillano tra il lavoro del padre e quello della madre, che non seguono gli interessi e le evidenti potenzialità ma andranno a fare Economia o Ingegneria perché lo dice il “babbo”  (la facoltà di  Fisica (!)  risulta  una scelta da farfalloni che non hanno la testa sulle spalle), che optano per la sede più vicina anche a costo di cambiare indirizzo di studi ( Cesena meglio di Bologna).

Qualche danno l’ha fatto la crisi, non c’è dubbio..in Italia le iscrizioni universitarie sono calate e si sceglie quello che sembra ( ai genitori) più sicuro, ma abbiamo anche allevato  un branco di cloni timorosi, senza aspirazioni né grinta per afferrare il futuro; genitori che trovano normale  lasciarli fuori  tutta la notte nel week end a fare  la roulette russa tra autisti ubriachi  e spacciatori  sulle strade della riviera  poi li “proteggono” non lasciandoli iscrivere alla facoltà che vorrebbero.

Ecco che la sogliola felice non è già più a portata di retino..

meglio ricordare la candidata che è scoppiata a piangere pensando al suo “cavallo anziano” che non può più cavalcare nemmeno al passo perché gli viene la tosse o quella che ha fatto volontariato in Tanzania;  oppure quello che ha aperto il colloquio con Liszt..

o sorridere pensando al mio studente movimentista-antagonista che ha trovato lavoro come fotografo di turisti in spiaggia.. e qui siamo tornati  agli anni ’70.

 

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