Pubblichiamo  e vi invitiamo a leggere il Bilancio sociale della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna degli anni 2021-2022.
Questo bilancio sociale copre due esercizi e in questo modo sintetizza e chiude un periodo – quello del Covid – drammatico per le persone e impegnativo per le organizzazioni, che hanno dovuto mettere alla prova le loro capacità di resistenza e di rinnovamento. Le riflessioni toccano due specifici aspetti, entrambi riferiti al costrutto organizzativo e operativo della Fondazione: le modalità di rendicontazione (con le particolarità che meritano d’essere sottolineate) e un accenno alle modifiche e agli sviluppi indotti proprio dalla pandemia sulla Fondazione.

Alla ripresa delle attività in presenza ha corrisposto anche un consolidamento e un’espansione della visibilità delle Fondazione sul web e sui canali social, a testimonianza di una rete di connessioni che ha ampliato il suo perimetro geografico ben oltre la dimensione regionale. L’opera della Fondazione si è dipanata lungo molteplici piani, ha coinvolto pubblici diversi, è stata presente in vari spazi della città.

Ricordiamo le iniziative pubbliche di approfondimento critico su alcune questioni cruciali del nostro tempo, rese drammatiche dalla rapida escalation di guerra che sta attraversando il nostro presente, il lavoro con gli studenti delle scuole e delle università, la formazione degli insegnanti.
Abbiamo dato supporto agli studiosi che utilizzano i nostri archivi che ci auguriamo di poter rendere sempre più fruibili al pubblico grazie alla loro progressiva digitalizzazione. Le numerose collaborazioni con altre istituzioni culturali hanno permesso di rafforzare i legami che costituiscono il tessuto culturale della città, ma anche di costruire rapporti sul piano nazionale ed europeo con istituzioni che condividono la fiducia nel valore democratico della conoscenza, critica e indipendente.

 

 

 

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La storia del Bilancio sociale

Il percorso di redazione del Bilancio sociale della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna è iniziato nel 2016, quando si decise di produrre un “Numero Zero”, relativo all’anno 2015, un documento che ebbe  una circolazione limitata, un prototipo interno, di lavoro, sul quale si è chiesto un feedback ai principali interlocutori. È stato il primo passo in un percorso di autovalutazione e comunicazione condivisa destinato nel tempo a divenire un cardine nell’attività organizzativa della Fondazione, uno strumento di valutazione della ricaduta della propria attività pubblica e culturale.

Nel 2017 è proseguito tale impegno con la redazione e la pubblicazione del Bilancio sociale “Numero 1” relativo all’anno 2016. Le principali novità di questo numero sono state due: la presentazione di una survey sugli utenti della biblioteca e un approfondimento con interlocutori qualificati. Il rendiconto è stato presentato il 18 settembre 2017 nell’incontro pubblico Il valore della relazione sociale per gli Istituti Culturali, al quale hanno partecipato Carlo Galli (Presidente Fondazione Gramsci Emilia-Romagna), Virginio Merola (Sindaco Comune di Bologna), Massimo Mezzetti (Assessore Cultura Regione Emilia-Romagna), Rossana Rummo (Direttore Generale Biblioteche e Istituti culturali MIBAC), Mario Viviani (Comitato scientifico del Gruppo Bilancio Sociale), Daniele Donati (Istituzione Biblioteche del Comune di Bologna), Angela Vettese (Università Iuav di Venezia), Maria Luisa Parmigiani (Impronta Etica).

Nell’ottobre 2018 la Fondazione ha presentato il proprio Bilancio sociale relativo all’anno 2017 con diversi aggiornamenti e miglioramenti della rendicontazione, in parte derivanti da scelte interne di tipo organizzativo e gestionale e in parte dovute al dialogo con gli interlocutori facilitato dal precedente rapporto. Il bilancio sociale edizione numero 3 ha affermato quindi il suo essere indispensabile “per dare conto” e rendere pubblici i risultati raggiunti nei vari settori di attività della Fondazione, delle scelte effettuate e delle risorse impiegate.

Anche nel numero relativo al 2018 è possibile trovare una dettagliata descrizione delle strutture della Fondazione, del patrimonio bibliotecario e archivistico, dei bilanci e delle attività di apertura alla società, in termini di accessi alla sala di lettura, di lezioni, convegni, seminari, ricerca, pubblicazioni, formazione e comunicazione.
Il bilancio sociale è uno strumento che aiuta a coniugare, per un’organizzazione come la Fondazione Gramsci, progettualità e propositività, consapevolezza e creatività, misurando sempre meglio risorse progetti interazioni e reazioni. È una sorta di “esame di coscienza” che non resta nel chiuso delle nostre stanze, oggetto delle nostre discussioni ma vuole uscire da noi e portarci al confronto con i nostri utenti, fornitori, finanziatori; e con tutta la città.

Il 2019 è stato l’anno in cui la Fondazione è stata capofila di una ricerca europea; in cui le collaborazioni nazionali e internazionali si sono moltiplicate; in cui l’attività di formazione si è precisata e arricchita; in cui la fondamentale presenza della Biblioteca e degli Archivi si è confermata  un punto di riferimento per l’Università, per la città e per gli studiosi; in cui nuove pubblicazioni si sono aggiunte al nostro catalogo. La redazione di questo bilancio si è svolta in una condizione di assoluta straordinarietà, poichè è stato redatto nella prima fase dell’anno 2020, periodo in cui sappiamo tutti esserci stata l’esplosione della pandemia da Covid-19 e il successivo lockdown.  In questo documento ci sono comunque alcune novità, come l’indagine su coloro che hanno svolto il servizio civile presso la Fondazione, all’interno del capitolo riguardante la formazione.

 

La struttura del rapporto relativo al 2020 non si distacca da quella delle edizioni precedenti: la prima parte riguarda l’identità della Fondazione (aspetti istituzionali, servizi resi, attività svolte), la seconda tratta della gestione, dell’organizzazione e dello stato economico e patrimoniale e la terza – la “Relazione sociale” – espone i risultati dell’attività dell’esercizio 2020 sotto il profilo della sostenibilità. Gli aspetti di rilevante innovazione rispetto alle edizioni precedenti riguardano due fatti specifici. Il primo è la revisione della formulazione della missione, che non ne trasforma il senso, ma che esplicita meglio gli obiettivi stabili dell’organizzazione. Il secondo aspetto è invece l’ulteriore passo di avvicinamento alla rendicontazione di sostenibilità come prevista dalla dottrina prevalente.