Anna Di Biagio
Le origini dell’isolazionismo sovietico. L’Unione Sovietica e l’Europa dal 1918 al 1928
F. Angeli, Milano 1989
Indice
Elenco delle abbreviazioni
Introduzione
1. Prologo – Lo scudo di Brest
2. Lo spirito di Rapallo
3. Pericoli di un coinvolgimento
4. Tra Realpolitik ed ideologia. L’anno dei riconoscimenti.
5. Il piano Dawes e il dibattito sulla “cooperazione angloamericana”
6. Per una coesistenza pacifica tra i due sistemi
7. La politica estera sovietica nel periodo di Locarno
a) Crisi di Rapallo
b) Berlino o Varsavia
8. Il “neoimperialismo tedesco”
9. Il tramonto della coesistenza pacifica
a) La psicosi di guerra
b) La difesa dell’URSS
10. L’ultima battaglia di Cicerin
11. Epilogo – La sconfitta di Bucharin
Scheda
A partire dal 1921, con l’introduzione della Nep e con i riconoscimenti diplomatici dei principali paesi europei, diverse opzioni si presentarono alla leadership del partito sovietico per superare l’isolamento dei primi anni postrivoluzionari.
Alla politica dei rapporti preferenziali con la Germania, fissata dal trattato di Rapallo, Bucharin, Rykov e Tomskij, i cosiddetti moderati del gruppo dirigente bolscevico di recente riabilitati da Gorbacev, opposero la richiesta di adottare un “orientamento occidentale”, che prevedeva lo sviluppo degli scambi commerciali con i paesi più evoluti d’Europa e l’assunzione da parte dell’URSS di maggiori impegni in senso distensivo nel campo delle relazioni internazionali. Questa proposta programmatica raccolse l’adesione anche di influenti settori della sinistra, i quali richiesero un aggiornamento di analisi e una riflessione critica dei postulati elaborati da Lenin in materia di politica estera. Ma alla fine del decennio, il gruppo dirigente del partito adottò una linea di sostanziale accettazione dell’isolamento del paese e ciò coincise con la sconfitta dei sostenitori di un orientamento alternativo allo stalinismo sia in politica estera che in politica interna.
Questo libro si propone di indagare le ragioni della scelta isolazionistica impostasi a partire dal 1928, attraverso una ricostruzione sistematica dell’atteggiamento sovietico verso l’Europa del sistema di Versailles, che tiene conto non soltanto del ruolo particolare svolto dall’ideologia nel processo politico decisionale in Urss, ma anche dal rapporto di interazione e del reciproco condizionamento tra gli orientamenti in campo internazionale e gli ambiziosi progetti di sviluppo industriale patrocinati da Stalin sul piano interno. Questo studio si configura perciò come un contributo al dibattito odierno sulle origini dello stalinismo e sul problema delle alternative di fatto esistenti negli anni Venti al corso politico staliniano.